I fibromi uterini, indicati anche con il termine di leiomiomi, sono dei tumori benigni che originano dallo strato del miometrio, il muscolo uterino. Sono costituiti da cellule della muscolatura liscia, fibroblasti e matrice extracellulare. Lo strato che separa il fibroma dal miometrio risulta ricco di fibre collagene e vasi sanguigni.
Fasce più a rischio
La patologia colpisce il 70% delle donne in età riproduttiva, con una maggior incidenza di diagnosi tra i 30 e i 40 anni. I fattori di rischio per l’insorgenza dei fibromi uterini possono essere diversi. Molti sono riconducibili a processi infiammatori. È l’infiammazione cronica a causare danni al DNA, con innesco di mutazioni e l’avvio della patologia.
Da alcuni studi è emerso che il tessuto fibromatoso esprime più recettori degli estrogeni del miometrio sano, cosa che comporta una risposta ed una stimolazione eccessiva all’azione degli estrogeni. È stato valutato che la presenza di recettori del progesterone ottenuto da cellule lisate di fibromi uterini, comporta una iper-espressione dei recettori del progesterone su questi tessuti.
Ruolo dell’impulso estro-progestinico nell’insorgenza dei fibromi uterini
L’impulso estro-progestinico ha quindi un ruolo chiave nell’insorgenza dei fibromi uterini, in maniera dose-dipendente. Risulta, inoltre, che i fibromi uterini manifestano una iper-espressione dei recettori sia degli estrogeni che del progesterone. Tuttavia è il progesterone il principale responsabile della crescita dei miomi. Infatti l’azione degli estrogeni aumenta la sensibilità dei tessuti al progesterone e questo interviene nello sviluppo e nella proliferazione delle cellule del fibroma.
Attraverso il legame con il proprio recettore, il progesterone dà il via ai seguenti meccanismi secondari:
- Alterazione del normale ciclo cellulare
- Processo infiammatorio
- Angiogenesi
- Formazione e aumento della ECM
Nei fibromi uterini si osserva:
- maggior presenza di proteine e fattori per la ECM
- accumulo proporzionale alla grandezza del fibroma
- in quelli di grandi dimensioni sono presenti molte proteine dei tessuti sani
Come si curano i fibromi uterini?
Fino al 50% delle donne con fibroma uterino manifesta sintomi che sono rappresentati da sanguinamento anomalo, pressione pelvica, dolore, dispareuniaminzione frequente. Vediamo come si può intervenire.
Farmaci
Per i fibromi sintomatici, i trattamenti prevedono l’uso di analoghi del GnRH, progestinici, contraccettivi.
Chirurgia
Per fibromi di circa 4 cm sintomatici e non sintomatici, i trattamenti sono la miomectomia e l’isterectomia. L’isterectomia rappresenta ovviamente l’approccio più efficace e definitivo per il trattamento dei fibromi uterini sintomatici. La miomectomia è indicata per qelle donne che desiderano preservare l’utero e la propria capacità riproduttiva, tuttavia espone al rischio di dover subire ulteriori interventi chirurgici. Per fibromi sintomatici è prevista anche l’embolizzazione o la miolisi.
I nuovi approcci terapeutici non chirurgici
In donne con fibromi uterini si registrano livelli più bassi di Vitamina D, rispetto alle donne sane. La carenza di Vitamina D infatti innesca numerosi pathways coinvolti nella formazione dei fibromi tanto da essere considerata un fattore di rischio. Al contrario, la sua presenza controlla la crescita dei fibromi uterini e riduce la necessità di un intervento chirurgico dovuto alla progressione della malattia. Dopo quattro mesi circa di terapia è possibile osservare una riduzione del diametro dei fibromi.
Qui l’approfondimento per il trattamento non chirurgico dei fibromi uterini
Un gruppo di donne sottoposte a terapia supplementare con Vitamina D è stata osservata una riduzione statisticamente significativa dei miomi e dei sintomi associati. In quattro mesi di terapia è stata documentata una riduzione del 34,7% del volume dei fibromi con miglioramento sia dei sintomi (principalmente il sanguinamento) che della qualità di vita. La terapia è indicata anche nella preparazione di un intervento chirurgico di miomectomia perché, grazie alla riduzione del volume, si osserva una riduzione del tempo chirurgico.