Ecografia in gravidanza: In quali tempi effettuarla
L’ecografia è una tecnica diagnostica che, utilizzando onde sonore non udibili all’orecchio umano, consente di vedere gli organi del nostro corpo.
Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trentacinque anni e non sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto.
Per tale ragione, con le procedure da noi oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto assolutamente esente da rischi.
Gli obiettivi dell’esame ecografico in gravidanza sono di verificare l’epoca gestazionale, di identificare il numero degli embrioni o dei feti, di visualizzare l’attività cardiaca fetale, di valutare l’anatomia e la crescita fetale nel tempo e di determinare la posizione del feto, della placenta e la quantità di liquido amniotico.
Durante la gravidanza fisiologica sono consigliati tre esami ecografici fondamentali: nel primo trimestre, nel secondo trimestre (19-22 settimane) e nel terzo trimestre (28-33 settimane).
Su indicazione dello specialista, l’ecografia può essere eseguita in epoche gestazionali diverse o può essere ripetuta periodicamente.
L’ecografia del primo trimestre: non ha come finalità la ricerca di malformazioni ma verifica l’impianto intrauterino della camera gestazionele, il numero degli embrioni (o dei feti) e la presenza dell’attività cardiaca, misura la lunghezza dell’embrione (o del feto) per valutare se il suo sviluppo corrisponde all’epoca di gravidanza calcolata sulla base della data dell’ultima mestruazione riferita.
L’ecografia del primo trimestre può essere effettuata sia per via transaddominale che transvaginale senza che questa comporti alcun rischio di aborto.
L’ecografia del secondo trimestre: detta anche “morfostrutturale” determina le dimensioni della testa, dell’addome e del femore del feto (biometria). I valori, confrontati con quelli delle tabelle di riferimento, consentono di valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede d’inserzione placentare la quantità di liquido amniotico. Si visualizzano alcuni organi interni (le strutture intracraniche, le orbite, la colonna vertebrale, il cuore con le quattro camere cardiache e gli efflussi dei grossi vasi, i polmoni, lo stomaco, i reni, la vescica). Si rilevano i vasi del cordone ombelicale, gli arti superiori ed inferiori con le estremità (infatti non sempre è possibile valutare le mani ed i piedi) ed il viso del feto. L’esame dettagliato del cuore (ecocardiografia fetale) viene eseguito solo quando vi è un’indicazione specifica. Con questa ecografia è possibile, ma non sempre, evidenziare anche il sesso del bambino. Nel caso poi il sesso venga definito, questo risulterà essere esatto alla nascita in circa il 95% dei casi.
L’ecografia del terzo trimestre: valuta la biometria fetale con riferimento alle curve di crescita standard allo scopo di verificare la regolarità della crescita del feto nel tempo.
Dal punto di vista morfologico si visualizzano i ventricoli cerebrali, le quattro camere cardiache, lo stomaco, i reni e la vescica. Si definisce la sede d’inserzione placentare, la quantità del liquido amniotico e la presentazione del feto.
Bisogna essere consapevoli che molte malformazioni possono inizialmente presentare reperti ecografici sfumati o addirittura assenti nel secondo trimestre e talvolta anche nel terzo trimestre.
La capacità diagnostica dell’ecografia riguardo alle anomalie maggiori dipende dalla sede e dall’entità dell’anomalia stessa, dalla posizione del feto in utero, dalla quantità di liquido amniotico, dallo spessore della parete addominale materna ma anche dalla strumentazione utilizzata. E’ possibile, quindi, che talune anomalie fetali possano non essere rilevate all’esame ecografico. Inoltre, alcune malformazioni si manifestano tardivamente (al 7° – 9° mese), pertanto non sono visualizzabili nel corso di esami periodici.
L’esperienza acquisita ci permette di affermare che un esame ecografico di I livello consente di identificare dal 30 al 70% delle malformazioni maggiori, pertanto è possibile che alcune anomalie- anche importanti – non siano rilevate con l’ecografia.
Non è compito dell’ecografia rilevare le così dette anomalie minori.
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