Negli ultimi decenni, la procreazione medicalmente assistita è riuscita a proporsi come la soluzione più efficace nei casi di infertilità.
Procreazione medicalmente assistita: in costante crescita
Sempre in costante crescita è il numero di coppie che si rivolge ai centri specializzati nella procreazione medicalmente assistita, per coronare il sogno di diventare genitori.
Non sempre è necessario ricorrere alle tecniche più sofisticate e costose per ottenere una gravidanza, le cui percentuali di successo oscillano dal 35 al 40%.
Tuttavia, in alcuni casi, il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita può rivelarsi indispensabile.
Tecniche di procreazione medicalmente assistita
Inseminazione intrauterina – IUI
È la tecnica di più facile esecuzione, in quanto non prevede il prelievo dell’ovocita.
Tuttavia, perché possa essere impiegata con successo, è necessario che sia appurata la pervietà tubarica e che il seme utilizzato sia nei limiti della norma.
Infatti, attraverso il monitoraggio follicolare ecografico si segue la crescita dei follicoli ovarici e, attraverso il contemporaneo dosaggio ormonale, se ne determina la maturazione.
Si procede, quindi, alla raccolta del liquido seminale, che può essere trattato in laboratorio e, infine, si passa al trasferimento della porzione migliore del seme direttamente in utero, mediante un piccolissimo catetere atraumatico.
Questo meccanismo consente di superare anche l’ostacolo che talvolta è rappresentato dal muco cervicale.
Fertilizzazione In Vitro e trasferimento degli embrioni – FIV-ET
Questa tecnica fu utilizzata per la prima volta con successo nel 1977 e la sua esecuzione presuppone l’induzione farmacologia dell’ovulazione multipla, preceduta dalla inibizione ipofisaria.
Al momento opportuno, si effettua il prelievo degli ovociti per via vaginale, sotto guida ecografica.
In laboratorio, si procede alla fecondazione degli ovociti, utilizzando spermatozoi ottenuti da un campione di sperma fresco del partner maschile, emesso lo stesso giorno del prelievo ovocitario.
Dopo una fase di incubazione di circa 2 giorni, epoca in cui l’embrione è composto da 4 cellule, si procede al trasferimento dell’embrione in utero.
L’indicazione più importante è l’occlusione tubarica bilaterale irreversibile, sebbene sia utilizzata anche per patologia del liquido seminale lieve o moderata.
Trasferimento dei gameti nelle Tube di Falloppio – GIFT
Rappresenta un semplice aiuto alla procreazione per la coppia sterile, infatti, non si sostituisce ad alcun meccanismo sostanziale del momento riproduttivo, ma favorisce solo l’incontro dei gameti.
Anche in questo caso, è necessario procedere a stimolazione ovarica multipla con gonadotropine; successivamente, si effettua il prelievo ovocitario, preceduto dalla raccolta del seme.
Entrambi i gameti vengono poi trasferiti nelle tube, durante un intervento in laparoscopia.
Quindi, a differenza della FIV-ET, la fecondazione non avviene “in vitro”, ossia in laboratorio, ma direttamente nel suo ambiente naturale, cioè nelle tube di Falloppio.
Iniezione intra-citoplasmatica degli spermatozoi – ICSI
Nel 1992, si sono avute le prime gravidanze con la tecnica ICSI, la quale risulta essere l’unica che potrebbe eseguirsi in ogni tipo di sterilità, sia nella coppia con sterilità sine causa, ossia priva di cause conosciute, sia nella coppia con sterilità organica femminile o maschile, sia nella coppia con partner oligoastenospermico grave o azoospermico.
La procedura è la stessa utilizzata per le altre PMA, tuttavia, il ruolo del biologo è preponderante: infatti, il seme eiaculato che generalmente è patologico, deve essere trattato prima di poter isolare gli spermatozoi da iniettare direttamente nel citoplasma dell’ovocita.
L’embrione così ottenuto viene trasferito in utero dopo 24 – 36 ore.
Questa è l’unica tecnica che abbraccia e comprende le indicazioni di tutte le altre e che, pertanto, rappresenta la soluzione ideale per tutti i tipi di sterilità.
Iniezione intracitoplasmatica preselettiva degli spermatozoi – PICSI
Questa tecnica si avvale dell’acido ialuronico, polimero presente nel nostro organismo e, com’è stato osservato, anche intorno alla cellula uovo e, precisamente, nel cumulo ooforo.
È stato evidenziato che, “in vivo“, solo gli spermatozoi che hanno completato il processo di maturazione sono in grado di legarsi all’acido ialuronico.
Pertanto, per facilitare la micromanipolazione e l’utilizzo degli spermatozoi che naturalmente sarebbero stati in grado di penetrare nella cellula uovo, viene utilizzato proprio l’acido ialuronico per selezionare naturalmente gli spermatozoi di qualità migliore.
Nella maggioranza dei casi, è stato riscontrato che gli spermatozoi così selezionati sono più maturi e presentano meno danni a livello del DNA e meno anomalie cromosomiche.
Iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi morfologicamente modificati – IMSI
Questa tecnica permette di selezionare gli spermatozoi migliori da iniettare all’interno della cellula uovo, ossia l’ovocita, utilizzando in tempo reale un microscopio ad ingrandimento maggiore rispetto a quello utilizzato per l’ICSI.
Ciò consente di visualizzare la morfologia interna degli spermatozoi, che risulta invisibile con i microscopi abituali, e, quindi, permette di scartare gli spermatozoi che presentino anomalie tali da inficiare l’esito del trattamento.
È particolarmente indicata nei casi di mancato impianto, in presenza di anomalie spermatiche severe, cosiddette oligo-asteno-teratoospermie, e in caso di insuccesso dopo ICSI.
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