La flussimetria ovvero lo studio delle velocità del sangue in alcune arterie di riferimento e più propriamente dell’onda flussimetrica prodotta dal passaggio del sangue nei vasi costituisce un prezioso aiuto per valutare il benessere fetale, per identificare feti a rischio e, in molti casi, per decidere il timing del parto in feti “a rischio”.
Non è un esame invasivo ma è relativamente veloce e prevede lo studio delle arterie uterine materne per identificare già tra la 18ma e la 22ma settimana di gravidanza le donne che potranno sviluppare la gestosi o i cui feti potranno avere un ritardo di crescita.
Successivamente, nel terzo trimestre, lo studio della flussimetria dell’arteria del cordone ombelicale – responsabile degli scambi materno-fetali – potrà fornirci preziose informazioni sul benessere fetale; mentre lo studio dell’arteria cerebrale media fetale ci darà informazioni sull’adattamento e la risposta del feto in particolari situazioni critiche.
E’ necessaria quando la gravidanza è complicata da diabete, ipertensione, ritardo di crescita del feto o quando si è in presenza di una gravidanza gemellare.
Il ritardo di crescita fetale (IUGR) è presente in percentuale inferiore al 10% delle gravidanze, ma può costituire un fattore di rischio per il feto. Fra le cause più frequenti vi è l’insufficienza placentare che determina una riduzione progressiva dell’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive al feto.
Questa alterazione è valutabile con la flussimetria Doppler, esame non invasivo, che è possibile ripetere più volte nell’arco della gravidanza.
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